Mental Coaching e Fitness

L’intervista a Luigi Mazzola. Dai mondiali con la Ferrari F1 al mental coaching

Marco Della Monica 24 Aprile 2018 123


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Dai Mondiali di Formula 1 vinti (14 tra Costruttori e Piloti) alle aule di formazione il passo è stato non solo breve, ma anche naturale. Una puntata imperdibile con Luigi Mazzola un grande protagonista di sport, ma anche un mental coach sopraffino

Una puntata un po’ tormentata; dopo una registrazione tecnicamente non riuscita eccomi sulla terrazza dell’hotel Radisson di Roma a prendermi un aperitivo con Luigi Mazzola per riprendere, da capo, tutta la bella chiacchierata che ci eravamo fatti la domenica immediatamente dopo il GP di Cina di F1. Ma alla fine, malgrado una colonna sonora alle volte invadente, è stato un incontro ancora più ricco di spunti.

Cosa fa di un pilota un Campione? Che step aggiuntivi bisogne mettere oltre al talento nella guida? Le caratteristiche di un pilota/atleta: caparbietà, forza mentale, capacità di rimanere concentrati sull’obiettivo, solo le stesse richiesta a tutti gli atleti di vertice o il motorsport è diverso da tutti gli altri sport?

Di questo  e di altro abbiamo parlato nell’ora e più che ho trascorso con Luigi Mazzola che dopo 20 anni di motorsport al più alto livello è diventato un richiestissimo formatore sia nelle aziende che per atleti e professionisti vari.

Le storie e gli aneddoti raccontati da Mazzola in questa puntata sono da non perdere e innescano riflessioni più profonde circa la natura dell’uomo, il senso competitivo, il come lo si deve o dovrebbe coltivare per perseguire e raggiungere il successo.

Alain Prost. Il Professore

Mazzola inizia il suo lavoro in Ferrari F1 proprio con Alain Prost. Il pilota che ha contribuito non poco a dargli i fondamentali del suo lavoro a Maranello, ma anche della sua formazione umana e professionale (Foto: LuigiMazzola.com)

L’approccio metodico di Alain Prost è stato la guida iniziale per un giovanissimo Mazzola, ingegnere responsabile del team test di Ferrari F1. Il modo con il quale Prost portava avanti il lavoro è stato illuminante e, nella puntata, ci racconta anche i dettagli dell’approccio analitico del pilota francese.

Schumacher. Emozioni condivise

Poi Schumacher che per lui è stata una collaborazione fitta e piena di emozioni condivise. Il suo rientro in Formula 1 con Mercedes, Mazzola, lo descrive in maniera affascinante, i suoi errori da principiante, la sua mancanza di consistenza e di costanza nelle prestazioni, non era dovuta ad una assenza di velocità, ma perché il pensiero di Michael Schumacher aveva iniziato a prendere il sopravvento ed invece, per primeggiare, c’è bisogno di assenza di mente. L’età ti allontana dal mondo dell'(in)coscienza più difficile. Ma attenzione non si intende pazzia o coraggio, ma ben altro.

Ayrton Senna. Il mistisco

Mazzola, parlando di Senna e della sua incredibile forza mentale, lo ha definito “mistico”. Su di lui ci racconta alcuni aneddoti, alcune risposte che il brasiliano gli diede proprio in relazione alla sua capacità di trovare la giusta concentrazione anche in condizioni ambientali molto difficili e, sopratutto, molto competitivi.

L’incoscienza è un termine spesso richiamato durante l’incontro con Mazzola, l’incoscienza come fattore sovversivo e vincente. Il pensiero, che appartiene all’età della ragione, diventa invece elemento legato al controllo  componente che ci rende under performance. A prescindere da quello che impariamo e come lo impariamo diventa necessario tornare a quello che eravamo da bambini dove l’emozione e la capacità di vivere nel presente rappresentava il codice di comportamento e di apprendimento.

Dalla Formula 1 alla formazione aziendale

Il motorsport e il mondo del business, due momenti molto competitivi. 

Nelle aziende, ogni fine anno, ci si da un plus da raggiungere l’anno successivo. Questo è il loro target sfidante. Ma a ben guardare è un obiettivo molto autoreferenziale, che si relaziona sempre con forze e performance che ben si conoscono.

In Formula 1 (ed io aggiungo nel motorsport in generale) il miglioramento del 5%  della performance di una vettura da un anno all’altro non è garanzia di successo. E questo perché si ha a che fare con avversari di cui non si possono misurare i rispettivi incrementi.

Sono forze esogene alla squadra, all’organizzazione tecnica e manageriale. L’unica risposta tattica e strategica accettabile è impegnarsi sempre al 100%. Ecco, questo comportamento, Mazzola, non lo riscontra nel mondo del business.

Una puntata illuminante per tutti gli sportivi, per i piloti e i gentleman driver, per i professionisti e i manager. Una puntata che consiglio di ascoltare con attenzione più volte, magari armati di carta e penna perché i concetti di cui si parlerà sono interessanti, profondi ed articolati.

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Buon ascolto 

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Marco Della Monica

Ho sempre amato la guida e l’auto come il naturale mezzo per viverla. E sono convinto che non sono solo le moto a spostare l’anima, così come non servono cavalli in quantità industriali per divertirsi al volante. Mi intriga la fotografia, ma amo scrivere. E questo è quello che posso offrire. Momenti raccontati.

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