Eccoci con la prima puntata della serie Simracing Technology curata in collaborazione con Mirko De Santis. Iniziamo dalla periferica forse più importante e che più caratterizza il gesto del simracer: volante e pedaliere. Un gesto così simile a quello reale e, per questo, così importante nel suo feedback
Iniziamo la serie dai volanti, esplorando le prime proposte meritevoli di citazione e che, oramai, non stanno sul mercato da parecchi anni. Partiamo dalle basi perché un excursus su quello che il mercato ha proposto nel tempo aiuta anche a comprenderne l’evoluzione tecnica. Mirko inizia, non a caso, da Logitech e Thrustmaster che rappresentano ancora oggi le basi eccellenti per entrare nel mondo del simracing dalla porta principale.
Si parla di forze, affrontando il passaggio dalla trasmissione meccanica a quella a cinghia, introducendo brevemente il mondo del modding (ne discuteremo, molto, nelle puntate successive) e dei motori elettrici con e senza spazzole. L’evoluzione dei volanti e dei kit con pedaliere non pregiudica, comunque, l’iniziare a competere anche con un’accoppiata datata. Infatti per Mirko è possibile correre in maniera competitiva anche con volanti di 7/10 anni perché l’abilità non viene aumentata da un sistema raffinato di feedback che, invece, va ad aumentare il numero di informazioni trasmesse dal volante e dalla pedaliera, informazioni che, però, non si riflettono sui secondi al giro. Al riguardo Mirko ci racconterà una nota da vero insider del settore e che riguarda il modello Fanatec CSW V1. Sapete che alcune versioni vennero ribattezzate, dal mercato e non dalla Fanatec, CSW V 1.5? Sapete perché? Lo scoprirete alla fine della puntata. In ordine di apparizione abbiamo parlato di:
Logitech Momo Force
Logitech Driving Force GT
Thrustmaster T150
Fanatec Turbo S
Fanatec CSW V1
Logitech G29 – G920 (figli rispettivamente del G25 e G27)
Thrustmaster T 300
Thrustmaster T 300 Ferrari Integral
Thrustmaster T 500
Questa prima puntata ha sforato di ben 7 minuti il limite massimo di 30′ che vorrei seguire con una certa rigorosità, ma il ritmo degli argomenti ci aveva piuttosto trascinato. Sentirete.
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Ho sempre amato la guida e l’auto come il naturale mezzo per viverla. E sono convinto che non sono solo le moto a spostare l’anima, così come non servono cavalli in quantità industriali per divertirsi al volante. Mi intriga la fotografia, ma amo scrivere. E questo è quello che posso offrire. Momenti raccontati.
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